C'è stato un tempo, per tutti noi, in cui eravamo completamente dipendenti. Quel grembo materno in cui siamo sviluppati si è preso cura di noi fornendoci una sensazione di protezione ed accudimento ha nutrito il nostro senso di attaccamento.  In alcuni casi, per alcune persone è stato troppo difficile tagliare il cordone ombelicale e cosi rimaste dipendenti. Crescendo la loro dipendenza affettivo-psicologica non è cessata, semmai è stata spostata su altri, su amici speciali, figure di riferimento, partners....
Questa dipendenza compensa ed alimenta la mancanza di fiducia in se stessi, la mancanza di amor proprio che non si è sviluppata in modo sano ed equilibrato proprio perché è stato privilegiato ciò che aveva valore per colore a cui era diretta la dipenda, a discapito della propria identità personale. 
Dice un detto che sbagliando si impara. Facendo esperienza dei risultato della proprie scelte impariamo chi siamo, impariamo a conoscerci. Ma se le nostre scelte riflettano ciò che vuole chi vogliamo resti accanto a noi invece di rappresentare noi, finiremo per non fare conoscenza del nostro “io”, che resta poco rappresentato e non esplorato. 
Le persone co-dipendenti tendono a prendere la forma che più piace a chi vogliano piacere. In qualche modo sono vittime della loro stessa arte manipolatoria, perché in loro prevale il bisogno di piacere ed essere amati. 
Le persone co-dipendenti sono persone che hanno difficoltà a dire “ no” alle richieste degli altri, e per questo finiscono per deludere se stesse. Mancano di “ confini personali sani” e per questo si perdano nell’altro.
Le persone che mancano di indipendenza eleggono il sistema di giudizio degli altri a giudizio del proprio agire -l’approvazione degli altri è un metro di misura del proprio agito.  
Le persone co-dipendenti mancano di autonomia e spesso si invischiano in relazioni tossiche. Spesso provano sentimenti di insoddisfazione profonda perché mentre una  parte di loro si soddisfa nel soddisfare l’altro, la loro parte “ sana” viene non ascoltata ed insoddisfatta.   
L’approccio a questo tipo di problematica è il recupero dell’ascolto della propria voce interiore, e il rinforzamento dei propri confini personali, la presa di coscienza e l’espressione delle proprie emozioni, autostima.  Richiede l’uso di diverse tecniche, ipnosi , PSYCH-K, lavoro con il proprio bambino interiore. 
E’ un lavoro profondo e non immediato, che richiede che il soggetto riesca pian piano ad esprimere il suo vero “ Io”. Nella mia esperienza professionale l'ostacolo più complesso da superare è sopraffare la paura di non poter essere amati per come realmente si è e svertire i panni, quel sé, che si è abituati a indossare per piacere.  

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